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I Complici settembre 30, 2008

Posted by Babel in ansa, complici, giovanni falcone, i complici, lirio abbate, mafia, paolo borsellino, peter gomez.
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Per averlo scritto, insieme a Peter Gomez, Lirio Abbate, giornalista dell’Ansa, è stato minacciato di morte dalla mafia.

“I Complici” (Fazi Editore) è un libro coraggioso, da leggere, che non ha paura di fare nomi e cognomi dei “complici” politici e istituzionali della piovra oltre che a saperne descrivere in modo eccellente il funzionamento.

ISCHIA “DOC”, ma molto vino è prodotto con uve non isolane … settembre 28, 2008

Posted by Babel in controllo, doc, epomeo bianco, falso, frode, frode in commercio, guardia di finanza, ischia bianco, ischia doc, politiche agricole, uva, vendemmia, vino adulterato.
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Qui di seguito quanto pubblicato dal quotidiano “Il Golfo” oggi domenica 28 Settembre a pagina 15

ECONOMIA | Ripensare all’industria del vino
ISCHIA “DOC”, ma molto vino è prodotto con uve non isolane …

Michele Pesce – Consigliere Comunale di Barano d’Ischia

Ischia, terra di vino, vino che già bevevano i greci sulla nostra isola, come dimostrano i reperti archeologici.
E la famosa “coppa di Nestore”, divenuta simbolo della nostra isola, è certo importante per la storia dell’archeologia e per la ricostruzione delle tappe della nostra storia, ma è anche simbolo della celebrazione del vino e della coltivazione della vite sulle pendici delle nostre colline.
Una tradizione antica che la filossera spezzò di colpo negli anni cinquanta, che ebbe come conseguenza una fortissima emigrazione verso le Americhe.
Qualcosa è sopravvissuto, è sopravvissuto il ricordo che Ischia era terra di vino, ricordo su cui piccoli imprenditori stanno cercando con tutte le forze di costruire una economia alternativa a quella dell’abusivismo edilizio e a quella alberghiera che sta divorando tutte le risorse naturali dell’isola d’Ischia, arricchendo molti speculatori e lasciando, se non nella povertà quantomeno al limite della sopravvivenza tutta la popolazione isolana.
Il fallimento della industria alberghiera, che ha svenduto e continua a svendere la nostra isola, dopo averla coperta di cemento illegale e selvaggio, alimenta la speranza che la ripresa della coltivazione della vite e la divulgazione dei nuovi processi di vinificazione possa far rinascere un nuovo segmento di economia a cui possa partecipare buona parte della popolazione.
Lo sviluppo o il potenziamento dell’economia vitivinicola non è limitato solo alla produzione del vino, anzi è strettamente legata alla riqualificazione del territorio e soprattutto alla valorizzazione del territorio. Il settore vitivinicolo potrebbe portare l’isola d’Ischia su un mercato turistico di maggiore livello, rispetto a quello dell’Ischia a 200 euro a settimana”, per cui il nascere di tante piccole attività artigianali legate alla produzione del vino vanno guardate don estrema attenzione, soprattutto da parte delle amministrazioni locali, che dovrebbero mettere gli imprenditori del settore nella condizione di potere fruire di finanziamenti pubblici, da una parte e di contribuire a creare le condizioni per richiamare sull’isola un turismo più qualificato, che va alla ricerca di un più autentico contatto con la natura.
Questa non è una poesia, altre regioni lo hanno fatto e lo stanno facendo. Ad Ischia pochissimi passi sono stati fatti in tal senso.
Ischia è zona DOC per alcuni uvaggi e bisogna lavorare per incrementare produzioni e qualità, considerato che l’isola ha la potenzialità di assorbire una enorme produzione di vino. E’ necessario l’impregno di tutti, soprattutto dei produttori di vino già consolidati oltre a quelli che si stanno avviando nel settore.
Gli sforzi però devono essere intelligenti, perché senza la valorizzazione del territorio non ci potrà essere qualità e non potrà avviarsi alcun circolo virtuoso nelle produzioni.
E’ necessario incentivare i contadini a riprendere le coltivazioni valorizzando il loro prodotto, in quanto senza questo presupposto non si andrà da nessuna parte.
E’ necessario produrre vinco ischitano, ma con uve ischitane e promuovere il territorio Ischitano.
Mentre oggi a fronte di tanti discorsi su ciò che la nostra isola potrebbe essere o potrebbe diventare, discorsi che cadono nel vuoto mentre vengono pronunciati, anche in questo settore vengono consumate altre frodi.
Difatti attualmente sull’isola si produce molto vino, ma con uve non ischitane. Vi ricordate delle vendemmie di trenta anni fa? Quelle si che erano una festa, si raccoglieva uva per settimane, lungo le strade si notavano le cassette colme di uva, cassette di vari colori che contrassegnavano la casa vinicola che acquistava le uve.
Tutto questo oggi non c’è più, eppure la produzione di vino è aumentata: fatti due conti si arriva a quantificare l’ammontare della frode, per cui l’Ischia bianco, l’Epomeo bianco e rosso, colline ischitane, etc, sono prodotti con uve che ad Ischia sono arrivate in traghetto dopo una lunga crociera.
Questo fa supporre che su molte delle bottiglie dove c’è il marchio “Ischia DOC” di succo di uve maturate al sole di Ischia ce n’è ben poco.
Le Autorità locali sono distratte rispetto a questo problema come sono distratte rispetto a molti altri problemi che riguardano l’isola e queste distrazioni sono certamente le concause dello svilimento della nostra isola. La politica locale tollera la illegalità anzi dall’illegalità trae la sua forza e la linfa vitale.
Peccato quest’isola potrebbe essere veramente un luogo “di vino”, anzi di vino DOC.

Ghedini: “Quella legge è stata promulgata da Napolitano” settembre 26, 2008

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Il “Garante” della Costituzione

[…]Il riferimento alla sentenza sul Lodo Schifani, tuttavia, replica uno dei legali di Silvio Berlusconi, Nicolò Ghedini, è scorretto, e anzi rende l’eccezione di incostituzionalità “manifestamente infondata e non rilevante”. Ghedini ha infatti ricordato come lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, promulgando la legge, avesse precisato di essersi attenuto esclusivamente alla sentenza della Corte Costituzionale del 2004 che aveva sancito la parziale illegittimità del cosiddetto Lodo ‘Schifani-Maccanico’[…].

Da Repubblica.it

ECCO COME VENGONO ACCOLTI I PASSEGGERI IN ARRIVO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI NAPOLI CAPODICHINO settembre 25, 2008

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Napoli – 25 Set 08 – Qui di seguito la denuncia inviata alla Gesac, Enac, Ministero dei Trasporti, Procura di Napoli, Antitrust, Asl Napoli 1, Consorzio Taxi Napoli, Comune di Napoli – Assessorato alla mobilità, Regione Campania – Assessorato al Turismo e Commissione Europea ciascuno per le proprie competenze.

GESAC

Fax 081 7896557

ENAC

Fax 06 44596205

MINISTERO DEI TRASPORTI

Fax 06 59083280

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI NAPOLI

Fax 081 – 2236286

AUTORITA’ GARANTE PER LA CONCORRENZA ED IL MERCATO

Fax 06 85821256

ASL NAPOLI 1

Fax 081-2544787

CONSORZIO TAXI NAPOLI

via e-mail

COMUNE DI NAPOLI – ASSESSORATO ALLA MOBILITA’

fax 0817954483

REGIONE CAMPANIA – ASSESSORATO AL TURISMO

Fax 081 796 2981

COMMISSIONE EUROPEA

Via e-mail

25 Settembre 2008

Con la presente il sottoscritto Andrea D’Ambra, Presidente dell’Associazione in difesa dei cittadini-Consumatori Generazione Attiva è a denunciare quanto accaduto nella giornata di mercoledì 10 Settembre u.s. presso l’Aeroporto Internazionale di Napoli in arrivo da Ginevra. (altro…)

PCB: l’On Diodato chiede risposte a Bassolino e Ganapini con una nuova interrogazione settembre 23, 2008

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23/09/2008: La posa delle “conchiglie di Ghisa” in Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” (o di Nessuno?!?)

Isola d’Ischia (NA) – Nonostante il silenzio assordante dei vertici dell’AMP Regno di Nettuno, dei 6 Sindaci dell’Isola d’Ischia, delle Associazioni Ambientaliste (e chi più ne ha più ne metta…) Non cala l’attenzione e l’interesse dell’On Regionale Pietro Diodato sul caso dell’inquinamento da PCB nel mare dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”. Nell’attesa che Bassolino e Ganapini si decidano a rispondere all‘interrogazione urgente a risposta scritta dello scorso 5 Agosto (figurarsi se non fosse stata urgente), che l’Asl Napoli 2 renda pubblici i risultati analitici e dettagliati delle analisi sui pesci, vista la gravità della situazione, con l’avvio dei lavori commissionati dall’Enel per la “messa in sicurezza” dei cavi sottomarini con la posa di “anelli di ghisa” sul fondo marino dell’Area Marina “Protetta” Regno di Nettuno (si veda foto in testa). Per questi motivi oltre che per quelli a tutt’oggi rimasti senza risposta l’On Diodato ha presentato quest’oggi una nuova interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Campana e all’Assessore Regionale all’Ambiente. Qui di seguito il testo dell’interrogazione.

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Giunta Regionale della Campania
Gruppo Consiliare
Alleanza Nazionale

Napoli, 23 Settembre 2008

Pt. 191

INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE

Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che:

con l’ordinanza n° 60/2008 a firma del Comandante Gabriele Bonaguidi dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia comunicava che la Società Prysmian Cavi e Sistemi Energia S.r.l. di Milano avrebbe provveduto ad eseguire dei lavori di riparazione del cavo sottomarino n°2 Cuma-Ischia per conto della società Enel S.p.A. dal 20.09 al 20.10.2008 nello specchio d’acqua antistante la spiaggia denominata Suor Angela nel Comune di Casamicciola Terme in piena area protetta;

i lavori preannunciati consisterebbero nella posa di diverse “conchiglie” in lega metallica (ghisa) nell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” istituita con Decreto Legge pubblicato sulla G.U. del 10.04.2008. Ecosistema indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. N° 92/43/CEE);

tale episodio è soltanto l’ultimo di una serie di palesi violazioni alla legge 6 Dicembre 1991, n. 394. L’articolo 19, comma 3, di predetta legge vieta tassativamente qualsiasi attività che possa causare modifiche o irreversibili distruzioni dell’area marina protetta e delle finalità istitutive del’area;

nel tratto di mare tra l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e Lacco Ameno più volte si sono riversati quantità incredibili di idrocarburi, di fluidi isolanti contenenti PCB (verbale del Comune di Lacco Ameno prot. 9186 del 10 Luglio 2008) e di Alchilbenzeni lineari, senza che si sia riusciti fino ad oggi ad accertare, per un incredibile gioco a rendere inaffidabili gli esiti degli esami chimici dell’acqua, le eventuali responsabilità dell’Enel;

nell’intento di dare alla vicenda una conclusione che renda finalmente giustizia ai cittadini di Lacco Ameno e ristabilisca i parametri ambientali alterati dal ripetuto inquinamento delle acque, interroga il Presidente della Giunta della Regione Campania e l’Assessore all’Ambiente per conoscere se risponda al vero che:

1. I 4 cavi elettrici ad olio fluido in esercizio tra Cuma e Lacco Ameno siano privi della prevista autorizzazione regionale per l’esercizio di una linea elettrica a 150mila Volt;

2. l’ingegnere Angelo Caggiano dell’Amministrazione Provinciale di Napoli, Settore Ambientale, Direzione Tutela e Monitoraggio delle Acque – difesa suolo e demanio idrico abbia (verbale n. 9186 del 10.07.2008 del Comune di Lacco Ameno) sostenuto che i quattro cavi in questione risultano essere privi della concessione demaniale per il loro posizionamento nel tratto di mare tra Cuma e Lacco Ameno;

3. siano state adottate metodiche e prelievi che a tutt’oggi non hanno reso possibile l’accertamento delle responsabilità del pericolosissimo inquinamento del tratto di mare tra l’Area Protetta ed il Comune di Lacco Ameno;

4. quali iniziative intendano adottare affinché siano:

a) attivati adeguati interventi di bonifica dello specchio d’acqua ischitano interessato dall’inquinamento da PCB e Alchilbenzeni lineari;

b) rispettate le normative inerenti alle concessioni demaniali e dei titolo abilitativi all’esercizio in area marina protetta;

c) rimosse le opere di provata pericolosità e d’inquinamento marino in area marina protetta.

On. Pietro Diodato

“Lettera alla mia terra” – Di Roberto Saviano settembre 23, 2008

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Il grido d’accusa dello scrittore dopo la strage di Castel Volturno “Davvero pensate che nulla di ciò che accade dipenda dal vostro impegno?”

I responsabili hanno dei nomi. Hanno dei volti. Hanno persino un’anima. O forse no. Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo, Giovanni Letizia, Emilio di Caterino, Pietro Vargas stanno portando avanti una strategia militare violentissima. Sono autorizzati dal boss latitante Michele Zagaria e si nascondono intorno a Lago Patria. Tra di loro si sentiranno combattenti solitari, guerrieri che cercano di farla pagare a tutti, ultimi vendicatori di una delle più sventurate e feroci terre d’Europa. Se la racconteranno così. Ma Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo, Giovanni Letizia, Emilio di Caterino e Pasquale Vargas sono vigliacchi, in realtà: assassini senza alcun tipo di abilità militare. Per ammazzare svuotano caricatori all’impazzata, per caricarsi si strafanno di cocaina e si gonfiano di Fernet Branca e vodka. Sparano a persone disarmate, colte all’improvviso o prese alle spalle. Non si sono mai confrontati con altri uomini armati. Dinnanzi a questi tremerebbero, e invece si sentono forti e sicuri uccidendo inermi, spesso anziani o ragazzi giovani. Ingannandoli e prendendoli alle spalle

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VERGOGNA!!! settembre 19, 2008

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Il Sindaco di Forio Dott. Franco Regine

FORIO/ AREA RIFIUTI CAVALLARO SEQUESTRATA, 7 AVVISI DI GARANZIA
giovedì 18 settembre 2008
C’é anche il sindaco del Comune di Forio d’Ischia Franco Regine tra le sette persone a cui oggi i carabinieri del Noe di Napoli e della compagnia di Ischia hanno consegnato avvisi di garanzia per l’utilizzazione da parte del Comune del terreno in località ‘Cavallaro’ per la raccolta dei rifiuti solidi urbani in assenza delle previste autorizzazioni, la gestione illecita dei rifiuti e la distruzione o deturpamento di bellezze naturali. I carabinieri hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo sottoscritto dal PM Antonio D’Alessio, della Procura di Napoli, ed accolto dai GIP Maria Aleia, Concetta Cristiano e Loredana De Girolamo, sequestrando anche il sito di stoccaggio. Avvisi di garanzia sono stati consegnati anche all’assessore alla nettezza urbana del Comune di Forio, Mario Russo; al dirigente del settore programmazione, progettazione, verifiche e controlli sulle attività appaltate per la nettezza urbana Iacono Giovan Giuseppe; ai dirigenti del consorzio della ‘Torre Saracena pubblici servizi spa’, che gestisce la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti a Forio, Michele Regine, Mario Ioele e Giuseppe Cioffi; a L. P., dirigente della ‘Aragona Servizi ecologia’, che gestisce il trasporto dei rifiuti a Napoli.

Da Teleischia

SEQUESTRATA A FORIO AREA RIFIUTI
giovedì 18 settembre 2008

I carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) di Napoli stamattina stanno sequestrando un sito di stoccaggio di rifiuti a Forio in cui veniva scaricato ogni tipo di rifiuto, da quello solido urbano a quello speciale e non veniva in alcun modo raccolto il percolato di scarto.
I militari hanno anche notificato sette avvisi di garanzia. I carabinieri stanno infatti eseguendo anche numerose perquisizioni di società operanti nel campo ambientale sull’isola e notificando gli avvisi di garanzia ad alcuni amministratori locali e rappresentanti legali delle due società chiamate alla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Gli indagati sono ritenuti responsabili di gestione illecita di rifiuti e deturpazione di bellezze naturali. (ANSA).

Da Teleischia

Napoli, 18:07
RIFIUTI: SEQUESTRO SITO A ISCHIA, SINDACO FORIO INDAGATO

Sette persone, tra cui il sindaco di Forio Franco Regine, sono destinatarie di avvisi di garanzia per l’utilizzo da parte dell’amministrazione comunale, una delle nove dell’isola di Ischia, di un terreno in localita’ Cavallaro per lo stoccaggio di rifiuti solidi urbani in assenza di autorizzazioni. Il sito e’ stato sequestrato in forma preventiva dalle forze dell’ordine su mandato del gip di Napoli. L’inchiesta del pm Antonio D’Alessio coinvolge anche l’assessore alla Nettezza urbana Mario Russo, tecnici comunali e i vertici del consorzio che gestisce la raccolta nel territorio comunale e quelli per il trasporto dei rifiuti a Napoli. Oltre alla gestione illecita della raccolta dei rifiuti solidi urbani, ai sette indagati viene contestata anche la deturpazione di bellezze naturali.

Da Repubblica.it

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PCB: PERCHE’ L’ASL NAPOLI 2 NON RENDE PUBBLICI I RISULTATI DETTAGLIATI DELLE ANALISI EFFETTUATE SUI PESCI? settembre 17, 2008

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Ischia (NA) – 17 Settembre 2008 – Sono passati ormai diversi mesi da quando lo scorso Gennaio 2008 Generazione Attiva, Associazione nazionale indipendente in difesa dei cittadini-consumatori presieduta da Andrea D’Ambra era stata la prima ed unica associazione ad aver scritto all’Asl Napoli 2 per richiedere la “verifica dei livelli di PCB (policlorobifenili), IPA (idrocarburi policromatici) e alchil benzene lineari, presenti nei prodotti ittici provenienti dalle zone di mare intorno all’isola d’Ischia a seguito di inquinamento ambientale di  PCB”.
La stessa richiesta venne sollecitata una seconda volta in data 24 Marzo dopo che, trascorsi due mesi dalla prima richiesta non era giunta alcuna notizia da parte dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 2.
Il 4 Aprile finalmente arrivava una prima risposta, a firma del Dott. Achille De Rosa del Dipartimento Prevenzione Asl Napoli 2, Unità Operativa Ispezione e Vigilanza dei prodotti della pesca con la quale, si informava l’Associazione: – di aver effettuato presso il mercato all’ingrosso di Pozzuoli prelevamento di campioni di prodotti ittici “pescati nelle zone di mare intorno all’isola d’Ischia; – che dagli esiti dei campioni prelevati in data 15 Gennaio 2008 è emerso che i livelli di contaminazione riscontrati “non sono significativi, come confermato anche dal Dott Gallo del Dipartimento di Chimica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici che ha svolto le indagini analitiche;
– che in data 11 Marzo 2008, al fine di monitorare l’andamento di questi contaminanti l’Asl Napoli 2 aveva provveduto al prelievo di altri campioni di pescato catturato nelle zone di mare intorno all’isola d’Ischia “i cui risultati a tutt’oggi non sono ancora noti”.
Dopo un mese, il 9 Maggio, con una nota a firma del responsabile del dipartimento prevenzione dell’unità veterinaria dott. Massimo Barbato l’Asl Napoli 2 scriveva a Generazione Attiva che il risultato delle analisi era “favorevole”.
Tenendo conto che all’Associazione non sono pervenuti né i risultati analitici e dettagliati dei campioni prelevati in data 10/01/2008 da cui secondo l’Asl Napoli 2 sarebbe emerso “che i livelli di contaminazione riscontrati non sono significativi” quelli dei campioni prelevati in data 11/03/2008 di pescato catturato nelle zone di mare intorno all’Isola d’Ischia i cui i risultati in data 04/04/2008 “non erano ancora noti” Generazione Attiva ha per questi motivi chiesto ai sensi della Legge 241/1990, in data 10 Maggio 2008, di poter accedere ai risultati analitici e dettagliati di tutte le analisi che sono state finora effettuate (10/01/2008; 11/03/2008 nonché altre eventualmente effettuate successivamente a tali date).
Da allora l’Asl si è limitata soltanto lo scorso 16 Giugno 2008 ad una nota a firma del Dott. Achille De Rosa nella quale si invitava ad inviare la richiesta al Direttore U.O.C. Affari Legali ASL Napoli 2 Avv. Florio oppure al Direttore del Dipartimento, Dott. A. Orlando, “persone informate dei fatti”.
Nonostante siano trascorsi oltre 4 mesi dalla richiesta di accesso ai risultati dettagliati delle analisi tendenti a scovare PCB nei pesci dell’Isola d’Ischia questi non sono ad oggi mai pervenuti a Generazione Attiva.
Una domanda sorge allora spontanea davanti ad un tale comportamento che si potrebbe generosamente definire “poco trasparente”. La domanda è la seguente: perché, se tutto è nella norma e i livelli di contaminazione da PCB nei pesci non sono significativi l’Asl Napoli 2 non rende pubblici e consultabili i risultati analitici e dettagliati di queste analisi inviandoli a Generazione Attiva? Cosa osta a ciò? Si potrebbe così almeno rassicurare definitivamente la popolazione su uno dei numerosi e preoccupanti aspetti che gravita intorno alla vicenda dell’inquinamento da PCB delle acque dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno.

GENERAZIONE ATTIVA
ASS. NAZ. INDIPENDENTE IN DIFESA DEI CITTADINI-CONSUMATORI
www.generazioneattiva.it

I post precedenti sul caso PCB nel mare dell’Isola d’Ischia

6 Agosto 2008 – PCB NEL MARE DELL’ISOLA D’ISCHIA – NUOVA INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE ON. PIETRO DIODATO

STORIA DI UN MILLANTATORE settembre 15, 2008

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https://i0.wp.com/chiarelettere.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/48512/manisporche_big.gifhttps://i0.wp.com/www.russiablog.org/ScaramellaMarioGraySuit.jpg

Mario però non si dà per vinto e nel ’97 crea insieme al fido Marino l’Ecpp, Environmental Crime Prevention Program: un sedicente organismo intergovernativo contro i crimini ambientali, che in realtà è una scatola vuota mai registrata da nessuna parte, ma gabellata per un ente di diritto internazionale protagonista di un’affollata «conferenza plenaria» a Napoli (mai tenuta). L’Ecpp, secondo un comunicato dello stesso Scaramella, si avvale di tre «special assistants»: «John Graham Taylor (Uk), Christian Trentolà (France) and Philip Marino (Germany)». Il primo è un suo inesperto collaboratore, il secondo un giovane napoletano di madre francese al cui cognome è stato aggiunto un accento sulla lettera finale, il terzo il solito socio Filippo Martino. Anche stavolta abboccano in tanti. L’Ecpp, nel ’98, ottiene lo status di osservatore presso la London Convention dell’International Maritime Organization, che regolarmente invita Scaramella alle sue riunioni annuali. Mario strappa anche una sponsorizzazione, con tanto di fondi, dallo Science Program della Nato per conferenze sulla sicurezza ambientale da tenersi in Lituania. E arraffa addirittura un accordo di collaborazione con il Segretariato della Convenzione di Basilea per la difesa dell’ambiente: gli basta un’autocertificazione dell’Ecpp che sostiene di aver partecipato alla IV Conferenza plenaria di New York negli uffici dell’Epa, l’agenzia Usa per l’ambiente. Nessuno va a controllare, altrimenti scoprirebbe che Scaramella era semplicemente riuscito a farsi prestare gli uffici dell’Epa per un’oretta. Come? Presentandosi come «magistrato antimafia» e «professore universitario».
Quanto alla toga, Scaramella riuscirà nel 2001 a diventare giudice onorario (non certo antimafia, dunque, ma addetto ai reati bagatellari) al Tribunale di Ischia. Del resto suo fratello ha sposato la figlia del pm napoletano Arcibaldo Miller, divenuto poi capo dell’ispettorato del ministero della Giustizia col ministro Castelli. Quanto alla cattedra, Mario non ha mai insegnato in vita sua. Ma, tra il 1996 e il 2000, sostiene di aver avuto un incarico di professore di diritto ambientale presso la Externado University e l’Università del Rosario a Bogotá. Intanto è riuscito a ottenere una convenzione-quadro col dipartimento di Scienze internazionalistiche dell’Università Federico II di Napoli perché questo fornisse agli enti scaramelliani personale per corsi di formazione (ovviamente mai realizzati). Poi s’è presentato al dipartimento di Scienza e ingegneria dello spazio spacciandosi per «professore a Stanford» e millantando un mandato conferito all’Ecpp dai ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea e ha convinto il direttore a creare un «Centro di politica spaziale». Iniziativa che, manco a dirlo, resterà sulla carta. Ma gli serve, come la precedente, a spacciarsi in giro per l’Italia come «ricercatore e formatore in politica spaziale» e «direttore del Centro di politica spaziale» presso il prestigioso ateneo napoletano, e come tale a distribuire diplomi e attestati in pergamena (si sospetta, a pagamento). (altro…)