DISASTRO AMBIENTALE AD ISCHIA: GLI EUROPARLAMENTARI AITA E GUIDONI CHIEDONO AGGIORNAMENTI ALLA COMMISSIONE EUROPEA marzo 19, 2009
Posted by Babel in ambiente, salute.Tags: 2004/35/ce, 79/409/cee, 92/43/cee, aita, ambiente, area marina protetta, arpa, bonifica, bruxelles, cancerogeno, disastro ambientale, enel, guidoni, inquinamento, ischia, mare, natura2000, pcb, posidonia, regno di nettuno, tossico
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Sono trascorsi quasi due anni da quando, nell’Agosto 2007, in seguito alla rottura di un cavo Enel sottomarino, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente della Campania (ARPAC) rilevava in mare (Isola d’Ischia, Area Marina “Protetta” Regno di Nettuno, Sito Natura 2000 “tutelato” dalle direttive 92/43/CEE Habitat e 79/409/CEE Uccelli) presenza di Policlorobifenili (PCB) in misura di 1860 volte superiori ai limiti consentiti.
Da allora nonostante l’accertamente del preoccupante inquinamento nessuna istituzione ha mai provveduto fino ad oggi a vietare la pesca né tantomeno la balneazione nella zona interessata dalla contaminazione ad opera di una sostanza gravemente tossica e cancerogena, come confermato dal Dott Mario Sprovieri, Ricercatore dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) del CNR di Napoli nell’intervista rilasciata al settimanale “Il Salvagente”.
E nessun divieto a tutela della saluta pubblica è arrivato nemmeno dopo che il Governo ha confermato, lo scorso Dicembre, la gravità della situazione al punto da prospettare la bonifica della zona contaminata.
Come qualcuno ricorderà proprio in ragione della protezione di cui l’Isola d’Ischia dovrebbe godere come sito di interesse comunitario e Natura 2000 lo scorso Giugno 2008 gli Europarlamentari Vincenzo Aita (Sinistra e Libertà, già Rifondazione Comunista) e Umberto Guidoni (Sinistra e Libertà, già Comunisti Italiani) avevano portato il caso a Bruxelles interrogando la Commissione Europea.
Questa aveva risposto a fine Luglio 2008 confermando l’importanza comunitaria del Sito rappresentato dai Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara, sottolineando come l’Italia fosse tenuta “ad adoperarsi per garantire il mantenimento o il ripristino del valore di conservazione del sito” e prospettava l’applicazione della direttiva 2004/35/CE responsabilità ambientale. Concludendo Bruxelles comunicava che si sarebbe messa in contatto con le autorità italiane per verificare se, nel caso di specie, la normativa comunitaria fosse stata applicata correttamente.
Proprio in ragione di ciò i firmatari di quella interrogazione On. Aita e Guidoni oggi hanno scritto di nuovo alla Commissione chiedendo aggiornamenti sul caso.
Ecco il testo dell’interrogazione presentata in data odierna:
INTERROGAZIONE SCRITTA
di Vincenzo Aita (GUE/NGL) e Umberto Guidoni (GUE/NGL)
alla CommissioneOggetto: Mobilitazione per il disastro ambientale ad Ischia
Considerando:
– l’interrogazione scritta presentata in data 11 giugno 2008 dai parlamentari europei Vincenzo Aita e Umberto Guidoni, con oggetto “Disastro ambientale ad Ischia” (ref. E-3253/2008);
– la risposta della Commissione europea del 30 luglio 2008, in cui viene riconosciuto che, in conformità alla Direttiva 92/43/CEE ed alla Direttiva 79/409/CEE, “l’Italia è tenuta ad adoperarsi per garantire il mantenimento o il ripristino del valore di conservazione” del sito marino Natura 2000 “Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara” (cod. IT8030010), minacciato, lo scorso 14 giugno 2008, dalla rottura di un cavo sottomarino dell’Enel spa;
– l’impegno della Commissione a mettersi “in contatto con le autorità italiane per verificare se la normativa comunitaria sia stata applicata correttamente nel caso di specie”;Si chiede alla Commissione:
qual è lo stato dell’arte dell’indagine condotta su tale situazione e quali gli eventuali riscontri ottenuti dalle autorità italiane?
in base alle informazioni raccolte, è stata registrata un’effettiva violazione delle direttive sopra menzionate rispetto al sito in questione?
nel caso in cui siano state riscontrate violazioni, quali azioni intende intraprendere la Commissione per sollecitare le autorità italiane, in considerazione del valore naturalistico e paesaggistico di tale sito, a porre rimedio ad eventuali danni?
– Tutti i post sull’argomento PCB
VIDEO: 10 Maggio 2008 – TGR MEDITERRANEO “Mistero a Ischia” di Francesca Ghidini.
VIDEO: Aprile 2008 – RAINEWS24 “Ischia, un mare di guai” inchiesta di Flavia Paone.
VIDEO DA YOUTUBE – Maggio 2008 – PCB a Lacco Ameno, realizzato da Luca per gli Amici di Grillo dell’Isola d’Ischia
TONNELLATE DI LIQUAMI IN PIENA AREA MARINA PROTETTA REGNO DI NETTUNO (ISOLA D’ISCHIA) febbraio 22, 2009
Posted by Babel in ambiente, salute.Tags: 2003/44/ce, acqua, acque nere, area marina protetta, capitaneria di porto, caremar, consorzio, inquinamento, ischia, liquami, mare, marpol, navi, parco, porto, regno di nettuno
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Un Parco Marino non può tollerare uno scempio del genere. Quotidianamente acque di scolo insozzano il Nostro Mare, la Nostra Dignità. E’ stupefacente nel video l’enorme quantità di liquame sversata nel Porto d’Ischia (AREA MARINA PROTETTA REGNO DI NETTUNO) con sfacciata impunità e senza il minimo buon senso.
Ciò sembra in evidente e palese contrasto con quanto prescritto dal Regolamento dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno che all’Art 6 per la ZONA C prescrive:
“l’accesso alle navi da diporto in linea con i requisiti di eco-compatibilità
che al comma 3 sono rappresentati da:
– unità dotate di casse per la raccolta dei liquami di scolo;
– natanti e imbarcazioni equipaggiati con motore in linea con la direttiva 2003/44/CE;
– navi da diporto in linea con gli annessi IV e VI della MARPOL 73/78
Ci auguriamo che Capitaneria di Porto di Ischia e il Consorzio dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno vogliano intervenire.
SULL’ISOLA D’ISCHIA 1000 CASE NON ACCATASTATE febbraio 11, 2009
Posted by Babel in ambiente, economia.Tags: abusivismo edilizio, accatastamento, agenzia del territorio, catasto, comuni, condono, controlli, demanio, economia, evasione fiscale, fabbricati, fisco, ici, irpef, ischia, tarsu, tasse
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L’Isola d’Ischia vista con Google Earth
La scorsa settimana un servizio della trasmissione Ballarò segnalava il problema dell’abusivismo edilizio e sottolineava come questo, oltre a essere un problema ambientale fosse anche un problema di evasione fiscale.
Molti di questi immobili non sono infatti registrati al catasto rappresentando così non solo una perdita fiscale per lo Stato ma anche un costo per i Comuni (quindi per tutti noi) con i servizi comunque erogati di nettezza urbana, servizio idrico, strade etc.
Il fenomeno è più grande di quello che si possa pensare e rappresenterebbe un totale di 2 miliardi di euro solo per le case fantasma a causa dell’evasione di Irpef, Tarsu e Ici (quest’ultima per le seconde case).
Colpito dal servizio in questione sono andato a cercare dal sito dell’Agenzia del Territorio se il fenomeno delle case non accatastate esistesse anche sull’Isola d’Ischia, considerata da molti regina dell’abusivismo edilizio con migliaia di richieste di condono edilizio, record in Italia.
Ebbene il risultato è impressionante: sull’Isola “verde” risultano circa 1.000 fabbricati non accatastati e così suddivisi secondo i rispettivi comuni di appartenenza:
Ischia 576
Casamicciola 160
Lacco Ameno 31
Forio 94
Serrara fontana 37
Barano 40
Ora ci si augura che anche qui dai sei Comuni partano i relativi controlli affinché questi fabbricati escano dalla zona d’ombra e dall’evasione fiscale per entrare nel quadro della legalità (se non sotto l’aspetto ambientale almeno per quello fiscale).
ILVA, TARANTO E LA DIOSSINA – BRUXELLES: L’ITALIA RECEPISCA E APPLICHI INTEGRALMENTE LA DIRETTIVA IPPC O LA PROCEDURA D’INFRAZIONE PROSEGUIRA’ novembre 24, 2008
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Taranto e l’ILVA (Foto di Mafe)
Qualche settimana fa sono rimasto colpito leggendo dall’articolo sul sito del Corriere della Sera di Carlo Vulpio A 13 anni ha il tumore da fumo. «E’ la diossina» della gravità della situazione a Taranto, di cui si é occupato in diverse occasioni anche Il Salvagente
Vulpio si chiedeva se Bruxelles era al corrente che Taranto fosse la città più inquinata d’Italia e dell’Europa occidentale per i veleni delle industrie. Ho deciso quindi di chiederlo direttamente ai diretti interessati, interrogando la Commissione Europea sulla questione.
La risposta, che riporto qui di seguito é riassunta nel titolo di questo post, e conferma ancora una volta come troppo spesso chi ci amministra faccia i conti senza l’oste, “dimenticando” che esistono norme comunitarie da cui (FORTUNATAMENTE) non si puo’ scappare!
COMMISSIONE EUROPEA
DIREZIONE GENERALE AMBIENTE
Direzione C – Cambiamento climatico e qualità dell’aria
Env.c.4 – Emissioni industriali e protezione dello strato di ozono
Bruxelles, 24 Nov 2008
Oggetto: risposta alla lettera di informazioni in merito all’acciaieria ILVA di Taranto, Italia
Gentile Sig D’Ambra,
La ringrazio della Sua lettera del 22 Ottobre 2008 e delle informazioni sull’acciaieria ILVA di Taranto, che abbiamo letto con la massima attenzione.
L’allegato I della direttiva 2008/1/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (di seguito “direttiva IPPC”) elenca le categorie di attività industriali rientranti nell’ambito di applicazione della direttiva. Si tratta di impianti per la produzione e trasformazione dei metalli, quali gli impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici, compresi i minerali solforati (punto 2.1), gli impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria, compresa la relativa colata continua di capacità superiore a 2,5 tonnellate all’ora (punto 2.2) e di impianti destinati alla trasformazione dei metalli ferrosi (punto 2.3à. Anche le cokerie rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva IPPC (allegato I, punto 1.3).L’impianto dell’ILVA S.p.a. di Taranto s volge tutte queste attività.
La direttiva IPPC dispone che gli impianti rientranti nel suo ambito di applicazione siano tenuti a operare conformemente ad autorizzazioni che includono valori limite di emissioni basati sulle migliori tecniche disponibili (le cosiddette BAT, Best Available Techniques). La prevenzione o la riduzione delle emissioni nell’aria, nell’acqua o nel suolo deve pertanto essere oggetto delle autorizzazioni ambientali rilasciate conformemente alla direttiva IPPC. Gli impianti esistenti, ossia gli impianti già in servizio prima del 30 Ottobre 1999, dovevano essere messi in conformità ai requisiti della direttiva IPPC entro il 30 Ottobre 2007.
La informo che sulla base delle ultime informazioni ricevute dalla Commissione, l’ILVA S.p.a. non ha ancora ottenuto l’autorizzazione integrata conformemente alla direttiva IPPC.
In merito alla mancanza di progressi nelle procedure di autorizzazione in Italia, compreso il caso dell’impianto dell’ILVA S.p.a., l’8 Maggio 2008 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. La risposta dell’Italia alla lettera di messa in mora è attualmente all’esame.
Qualora fosse necessario, la Commissione prenderà tutte le misure del caso per proseguire la procedura di infrazione a carico dell’Italia per assicurare il recepimento e l’applicazione integrali della direttiva IPPC.
Distinti Saluti
Marianne WENNING
Capo Unità
“Un momento! non s’è ancora asciugato il bianchetto!” ottobre 22, 2008
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Dopo l’ennesima sollecitazione – in relazione alla poca trasparenza dei risultati delle analisi alla ricerca di PCB e schifezze simile nei pesci del mare di Ischia denunciata già lo scorso 17 Settembre su questo blog – mi risponde Pietro Rinaldi dell’Asl Napoli 2 che mi scrive:
A breve le invieremo i dati da lei richiesti, che, le anticipo, non evidenziano alcuna anomalia.
Cordialmente
Pietro Rinaldi
Non so come mai ma la vicenda mi ha fatto tornare alla mente la famosa vignetta di Forattini del 1999 e al caso della lista contenente i personaggi del kgb che il governo dell’epoca, con a capo D’Alema, tardò a render nota.
In questo caso però stiamo parlando però di salute pubblica oltre che di ambiente.
PCB: l’On Diodato chiede risposte a Bassolino e Ganapini con una nuova interrogazione settembre 23, 2008
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23/09/2008: La posa delle “conchiglie di Ghisa” in Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” (o di Nessuno?!?)
Isola d’Ischia (NA) – Nonostante il silenzio assordante dei vertici dell’AMP Regno di Nettuno, dei 6 Sindaci dell’Isola d’Ischia, delle Associazioni Ambientaliste (e chi più ne ha più ne metta…) Non cala l’attenzione e l’interesse dell’On Regionale Pietro Diodato sul caso dell’inquinamento da PCB nel mare dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”. Nell’attesa che Bassolino e Ganapini si decidano a rispondere all‘interrogazione urgente a risposta scritta dello scorso 5 Agosto (figurarsi se non fosse stata urgente), che l’Asl Napoli 2 renda pubblici i risultati analitici e dettagliati delle analisi sui pesci, vista la gravità della situazione, con l’avvio dei lavori commissionati dall’Enel per la “messa in sicurezza” dei cavi sottomarini con la posa di “anelli di ghisa” sul fondo marino dell’Area Marina “Protetta” Regno di Nettuno (si veda foto in testa). Per questi motivi oltre che per quelli a tutt’oggi rimasti senza risposta l’On Diodato ha presentato quest’oggi una nuova interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Giunta Campana e all’Assessore Regionale all’Ambiente. Qui di seguito il testo dell’interrogazione.
Giunta Regionale della Campania
Gruppo Consiliare
Alleanza NazionaleNapoli, 23 Settembre 2008
Pt. 191
INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA E ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE
Il sottoscritto Pietro Diodato, consigliere della Regione Campania, premesso che:
con l’ordinanza n° 60/2008 a firma del Comandante Gabriele Bonaguidi dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia comunicava che la Società Prysmian Cavi e Sistemi Energia S.r.l. di Milano avrebbe provveduto ad eseguire dei lavori di riparazione del cavo sottomarino n°2 Cuma-Ischia per conto della società Enel S.p.A. dal 20.09 al 20.10.2008 nello specchio d’acqua antistante la spiaggia denominata Suor Angela nel Comune di Casamicciola Terme in piena area protetta;
i lavori preannunciati consisterebbero nella posa di diverse “conchiglie” in lega metallica (ghisa) nell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” istituita con Decreto Legge pubblicato sulla G.U. del 10.04.2008. Ecosistema indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. N° 92/43/CEE);
tale episodio è soltanto l’ultimo di una serie di palesi violazioni alla legge 6 Dicembre 1991, n. 394. L’articolo 19, comma 3, di predetta legge vieta tassativamente qualsiasi attività che possa causare modifiche o irreversibili distruzioni dell’area marina protetta e delle finalità istitutive del’area;
nel tratto di mare tra l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e Lacco Ameno più volte si sono riversati quantità incredibili di idrocarburi, di fluidi isolanti contenenti PCB (verbale del Comune di Lacco Ameno prot. 9186 del 10 Luglio 2008) e di Alchilbenzeni lineari, senza che si sia riusciti fino ad oggi ad accertare, per un incredibile gioco a rendere inaffidabili gli esiti degli esami chimici dell’acqua, le eventuali responsabilità dell’Enel;
nell’intento di dare alla vicenda una conclusione che renda finalmente giustizia ai cittadini di Lacco Ameno e ristabilisca i parametri ambientali alterati dal ripetuto inquinamento delle acque, interroga il Presidente della Giunta della Regione Campania e l’Assessore all’Ambiente per conoscere se risponda al vero che:
1. I 4 cavi elettrici ad olio fluido in esercizio tra Cuma e Lacco Ameno siano privi della prevista autorizzazione regionale per l’esercizio di una linea elettrica a 150mila Volt;
2. l’ingegnere Angelo Caggiano dell’Amministrazione Provinciale di Napoli, Settore Ambientale, Direzione Tutela e Monitoraggio delle Acque – difesa suolo e demanio idrico abbia (verbale n. 9186 del 10.07.2008 del Comune di Lacco Ameno) sostenuto che i quattro cavi in questione risultano essere privi della concessione demaniale per il loro posizionamento nel tratto di mare tra Cuma e Lacco Ameno;
3. siano state adottate metodiche e prelievi che a tutt’oggi non hanno reso possibile l’accertamento delle responsabilità del pericolosissimo inquinamento del tratto di mare tra l’Area Protetta ed il Comune di Lacco Ameno;
4. quali iniziative intendano adottare affinché siano:
a) attivati adeguati interventi di bonifica dello specchio d’acqua ischitano interessato dall’inquinamento da PCB e Alchilbenzeni lineari;
b) rispettate le normative inerenti alle concessioni demaniali e dei titolo abilitativi all’esercizio in area marina protetta;
c) rimosse le opere di provata pericolosità e d’inquinamento marino in area marina protetta.
On. Pietro Diodato
PCB NEL MARE DELL’ISOLA D’ISCHIA – NUOVA INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE ON. PIETRO DIODATO agosto 6, 2008
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Pietro Diodato, Consigliere Regionale della Campania (Alleanza Nazionale)
Il periodo estivo non ferma la voglia di far luce sulla vicenda dell’inquinamento da PCB nel mare dell’Isola d’Ischia.
Appena qualche giorno fa veniva riportata su questo blog la volontà della Commissione Europea di mettersi in contatto con le Autorità Italiane per verificare il rispetto delle norme comunitarie su quanto accaduto davanti alle coste di Lacco Ameno e Casamicciola Terme, sull’Isola d’Ischia.
Molti inoltre ricorderanno come già lo scorso 12 Maggio il Consigliere Regionale Campano On. Pietro Diodato parlò di “Disastro ambientale senza precedenti” e si attivò sulla vicenda con un’interrogazione regionale.
Proprio in ragione del fatto che ad ogg dalla Regione Campania non sono arrivate le risposte e i chiarimenti richiesti l’On. Diodato ha quindi presentato nella giornata di ieri martedì 5 Agosto una nuova interrogazione (urgente e a risposta scritta) al Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino e all’Assessore all’Ambiente della Regione Campania Dott. Walter Ganapini.
Qui di seguito il testo dell’interrogazione.
Prot. n. 164
Napoli, 5 agosto 2008INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE ALL’ AMBIENTE.
L’inquinamento marino dell’Isola d’Ischia arriva a Bruxelles – Gli Europarlamentari Aita e Guidoni interrogano la Commissione giugno 12, 2008
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Gli Europarlamentari Vincenzo Aita (Rifondazione Comunista) e Umberto Guidoni (Comunisti Italiani)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3253/08
di Vincenzo Aita (GUE/NGL) e Umberto Guidoni (GUE/NGL)
alla CommissioneOggetto: Disastro ambientale ad Ischia
Il 14 giugno 2007, è avvenuta la rottura di uno dei 4 cavi elettrici sottomarini ad alta tensione che costituiscono una linea elettrica che la società Enel spa mantiene, seppure mai autorizzata dalle competenti autorità italiane, tra Cuma, sulla costa della Campania, e Lacco Ameno, sull’isola di Ischia. All’interno di ogni cavo c’è un canale riempito di olio in pressione, con una sezione di 18 millimetri.
La rottura del cavo Enel ha causato la dispersione di olio fluido in mare e su altre matrici biologiche, con relativo inquinamento da Policlorobifenili (PCB, il cui utilizzo peraltro è stato vietato dalle autorità italiane già nel 1984) Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Alchil benzene–lineare (Idrocarburi Aromatici) dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e nell’ecosistema più importante del mar Mediterraneo indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (92/43/CEE), costituito dalle Praterie di Posidonia Oceanica.
Considerando il fatto che la zona toccata dalla dispersione di materie inquinanti è sito di interesse comunitario, non ritiene opportuno la Commissione intervenire in difesa di un patrimonio ambientale comunitario?
Ischia: PCB nel mare – DIODATO (AN):”Disastro ambientale senza precedenti” Maggio 14, 2008
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Quanto denunciato dal Comitato Vivere a Lacco Ameno a proposito dell’inquinamento dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno causato dall’Enel ha dell’incredibile – ha affermato Pietro Diodato. Tonnellate e tonnellate di Policlorobifenili, Idrocarburi Policlici Aromatici ed Alchil benzene-lineare hanno prodotto un disastro ambientale senza precedenti , se si esclude il terremoto di Casamicciola, e pari soltanto a quello dell’Arenile ed al tratto di mare di Coroglio, i cui effetti difficilmente potranno essere cancellati in tempi brevi.
I PCB sono per tossicità, nei confronti dell’uomo e dell’ambiente, tra gli inquinanti più pericolosi in quanto producono all’uomo gravissimi danni alle vie respiratorie ed al sistema cardiovascolare – ha continuato Diodato – al punto che l Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC) di Lione li ha classificati come agenti cancerogeni per l’uomo.
Lascia sconcertato il comportamento della Capitaneria di Porto Circolare Ischia, istituzionalmente preposta alla protezione ed alla tutela dell’ambiente marino, che anziché bloccare immediatamente il rilascio degli inquinanti in mare, ha consentito che l’Enel per oltre 180 giorni inondasse la riserva marina, le spiagge e le praterie di Posidonia di un incredibile quantità di olio fluido. La stagione balneare è oramai alle porte. E’ impensabile che anche quest’anno migliaia e migliaia d’ignari cittadini possano continuare – così come è avvenuto lo scorso anno – ad immergersi in un mare di pericolosi composti chimici ed agenti cancerogeni – ha concluso Pietro Diodato. Su questi temi ho richiesto la convocazione immediata della VII Commissione e coinvolto gli assessori all’Ambiente, al Turismo, alla Sanità, alle Attività Produttive con la speranza di avere immediate risposte, altrimenti non mi resterà altro da fare che trasmettere l’intero fascicolo alla Procura della Repubblica.
Comunicato Stampa Pietro Diodato