PCB: Nonostante gli annunci, dei risultati dell’Asl Napoli 2 ancora neanche l’ombra novembre 16, 2008
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Quello che segue é il testo inviato al quotidiano Il Golfo questa mattina con preghiera di pubblicazione.
Gentile Direttore,
Come ricorderà lo scorso 17 Settembre Generazione Attiva aveva diramato un comunicato perché preoccupata dal fatto che nonostante avesse richiesto all’Asl Napoli 2 già da tempo i risultati analitici e dettagliati di IPA e PCB e ALCHILBENZENE LINEARI nei pesci questi non fossero mai stati ricevuti al posto di rassicurazioni generiche circa la “non significatività dei livelli riscontrati nei pesci”. Il nostro comunicato terminava con la seguente interrogazione: “perché, se tutto è nella norma e i livelli di contaminazione da PCB nei pesci non sono significativi l’Asl Napoli 2 non rende pubblici e consultabili i risultati analitici e dettagliati di queste analisi inviandoli a Generazione Attiva? Cosa osta a ciò? Si potrebbe così almeno rassicurare definitivamente la popolazione su uno dei numerosi e preoccupanti aspetti che gravita intorno alla vicenda dell’inquinamento da PCB delle acque dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno.”
Tutto ha taciuto da allora per circa un mese e mezzo, fino a quando, lo scorso 30 Ottobre, a pagina 12 del Suo Quotidiano “Il Golfo” è apparso un comunicato dell’Asl Napoli 2 che chiamava in causa anche Generazione Attiva dal titolo “Il pescato nel mare di Ischia non è a rischio PCB”.
Con quel comunicato l’Asl Napoli 2 dichiarava di aver inviato la “sintesi dei dati delle analisi effettuate” a Generazione Attiva che aveva richiesto le analisi. Nel comunicato diramato dall’Asl si leggeva inoltre che erano stati effettuati “prelievi di diverse specie di pesci, in diversi luoghi” che “le analisi sono state effettuate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici”, che non ci fosse “alcun rischio per la salute pubblica” e che “nella QUASI totalità dei casi non sono state rinvenute nella maniera più assoluta tracce di PCB”. “In soli due casi” l’Asl affermava che “le tracce sono state considerate rilevabili” ma “al di sotto dei livelli di attenzione fissati dalle normative”. Ancora che la mancanza di notifica alla Procura da parte dell’Istituto Zooprofilattico confermava secondo l’Asl, l’assenza di agenti inquinanti dannosi per l’uomo e che il silenzio dell’Asl Napoli 2 sulla questione era stato determinato dalla “massima prudenza”. Confermava poi come le analisi fossero state effettuate “su richiesta di Generazione Attiva” (datata Gennaio 2008) “e non di altra autorità”.
Quest’ultima è a nostro avviso una cosa grave visto che la stessa Agenzia Regionale per l’Ambiente Campania (ARPAC) aveva rilevato, già nell’Agosto 2007 i valori di PCB totali presenti nell’acqua del mare di Lacco Ameno come 0,112 µg/L (zero virgola centododici microgrammi per litro) (rapporto di prova 200704583-001 inviato il 13 Settembre al Sindaco di Lacco Ameno; Ufficio Territoriale di Governo area V Bis di Napoli; Regione Campania Area Ecologia Tutela dell’ambiente disinquinamento protezione civile; Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Protezione Civile – servizio rischio ambientale; Giunta Regionale della Campania Assessorato alle Politiche Ambientali ciclo integrato delle acque, difesa del suolo, parchi e riserve naturali; allegato alla comunicazione avente ad oggetto “segnalazione di presunto danno ambientale a seguito di fuoriuscita di olio, contenente policlorobifenili (PCB) da 1 dei 4 cavi ad alta tensione ENEL del collegamento sottomarino Cuma – Lacco Ameno.”)
Nel comunicato pubblicato su Il Golfo lo scorso 30 Ottobre l’Asl Napoli 2 “ribadendo la disponibilità dei servizi al dialogo con cittadini e associazioni” invitava ad agire in futuro “con la massima prudenza, avendo fiducia nelle istituzioni”. Seguiva infine “il conto”, con l’importo della presunta spesa delle 13 analisi effettuate che ammonterebbe a 13mila Euro e, ancora una volta, si invitava ad una “riflessione, prima di lanciare allarmi che possono rivelarsi ingiustificati”.
Evidentemente, se l’Asl Napoli 2 prese in considerazione la richiesta di Generazione Attiva ciò era dovuto al fatto che questa fosse tutt’altro che un “allarme ingiustificato” ma, al contrario, si trattava di richiesta dettagliata contenente riferimenti a fatti e documentazioni concrete come il preoccupante rapporto dell’Arpac 200704583-001 che aveva rilevato presenza di inquinanti PCB totali pari a 0,112 µg/L, ben 1860 (milleottocentosessanta) volte superiori al valore di 0,00006 µg/L previsto come standard di qualità ambientale per le acque superficiali dal Decreto Ministeriale 367/2003 Tab 1.10 Gazzetta Ufficiale n. 5 dell’8 Gennaio 2004.Considerato inoltre che:
– I PCB sono inquinanti inseriti anche nel D.Lgs. 152/06 parte terza allegato 1 come parametri aggiuntivi da monitorare delle acque superficiali (pagina 190 gazzetta ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006 tabella 1/B al punto 11);
– Come specificato nelle note alla tabella 1/B il loro semplice ritrovamento, doveva essere per legge segnalato dalle regioni al Ministero dell’Ambiente “per l’immediata predisposizione di un Decreto che determinerà i limiti di concentrazione da rispettare nelle more delle determinazioni dei medesimi da parte dei competenti organi comunitari” (pagina 190 D.Lgs. 152/06);
– Per consuetudine in questi casi si fa riferimento alle disposizioni legislative precedenti, nello specifico alla soglia massima contenuta nel decreto ministeriale 367 del 2003 come confermato dal Dott Mario Sprovieri, Ricercatore dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) del CNR di Napoli nell’intervista rilasciata al settimanale “Il Salvagente” del 31 Gennaio-7 Febbraio 2008 proprio sul caso dell’inquinamento da PCB nel mare dell’Isola d’Ischia;
– Viste le caratteristiche del bioaccumulo negli organismi marini i valori di PCB aumentano in maniera esponenziale rispetto alla concentrazione rinvenuta nelle acque.Alla luce di quanto sopra Generazione Attiva ritiene che la salute umana non possa essere oggetto di valutazione economica perché di un valore inestimabile e che davanti anche ad un solo campanello di allarme, per il vigente principio di precauzione, i primi a muoversi dovrebbero essere le stesse Autorità finanziate con i soldi della collettività per tutelare gli interessi di quest’ultima soltanto.
Teniamo infine a precisare e rendere noto che ad oggi 15 novembre 2008, nonostante gli annunci dell’Asl Napoli 2 GENERAZIONE ATTIVA NON E’ STATA ANCORA MESSA A CONOSCENZA DEL DETTAGLIO DELLE ANALISI EFFETTUATE.
Grazie per l’ospitalità
Distinti SalutiGenerazione Attiva
Ass Naz Indipendente in difesa dei Cittadini e dei Consumatori
www.generazioneattiva.it
VIDEO: 10 Maggio 2008 – TGR MEDITERRANEO “Mistero a Ischia” di Francesca Ghidini. Il Video
VIDEO: Aprile 2008 – RAINEWS24 “Ischia, un mare di guai” inchiesta di Flavia Paone. Il Video
PCB NEL MARE DELL’ISOLA D’ISCHIA – NUOVA INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE ON. PIETRO DIODATO agosto 6, 2008
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Pietro Diodato, Consigliere Regionale della Campania (Alleanza Nazionale)
Il periodo estivo non ferma la voglia di far luce sulla vicenda dell’inquinamento da PCB nel mare dell’Isola d’Ischia.
Appena qualche giorno fa veniva riportata su questo blog la volontà della Commissione Europea di mettersi in contatto con le Autorità Italiane per verificare il rispetto delle norme comunitarie su quanto accaduto davanti alle coste di Lacco Ameno e Casamicciola Terme, sull’Isola d’Ischia.
Molti inoltre ricorderanno come già lo scorso 12 Maggio il Consigliere Regionale Campano On. Pietro Diodato parlò di “Disastro ambientale senza precedenti” e si attivò sulla vicenda con un’interrogazione regionale.
Proprio in ragione del fatto che ad ogg dalla Regione Campania non sono arrivate le risposte e i chiarimenti richiesti l’On. Diodato ha quindi presentato nella giornata di ieri martedì 5 Agosto una nuova interrogazione (urgente e a risposta scritta) al Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino e all’Assessore all’Ambiente della Regione Campania Dott. Walter Ganapini.
Qui di seguito il testo dell’interrogazione.
Prot. n. 164
Napoli, 5 agosto 2008INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA, ALL’ASSESSORE ALL’ AMBIENTE.
L’UE sul disastro ambientale ad Ischia: “Ci metteremo in contatto con le autorità italiane per verificare la corretta applicazione delle norme comunitarie” agosto 4, 2008
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Stavros Dimas – Commissario UE all’Ambiente
“La Commissione si metterà in contatto con le autorità italiane per verificare se la normativa comunitaria sia stata applicata correttamente nel caso di specie. “
Così si conclude la risposta della Commissione Europea all’interrogazione “Disastro ambientale ad Ischia” dello scorso 11 Giugno degli On. Europarlamentari Vincenzo Aita e Umberto Guidoni (Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica) che chiedevano l’intervento dell’esecutivo europeo in difesa di un patrimonio ambientale comunitario quale quello dell’Isola d’Ischia.
Ora non ci resta che attendere gli sviluppi della vicenda sperando che venga fatta piena luce su quanto accaduto la scorsa estate nel mare dell’Isola d’Ischia dove, ricordiamo, in seguito alla rottura di un cavo dell’Enel l’Agenzia Regionale per l’Ambiente Campania (Arpac) ha rilevato presenza di PCB (Policlorobifenili) sostanza tossico-cancerogena per ben 1860 volte superiore ai limiti consentiti dalla legge.
Gli Eurodeputati Aita e Guidoni scrivevano:
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3253/08
di Vincenzo Aita (GUE/NGL) e Umberto Guidoni (GUE/NGL)
alla CommissioneOggetto: Disastro ambientale ad Ischia
Il 14 giugno 2007, è avvenuta la rottura di uno dei 4 cavi elettrici sottomarini ad alta tensione che costituiscono una linea elettrica che la società Enel spa mantiene, seppure mai autorizzata dalle competenti autorità italiane, tra Cuma, sulla costa della Campania, e Lacco Ameno, sull’isola di Ischia. All’interno di ogni cavo c’è un canale riempito di olio in pressione, con una sezione di 18 millimetri.
La rottura del cavo Enel ha causato la dispersione di olio fluido in mare e su altre matrici biologiche, con relativo inquinamento da Policlorobifenili (PCB, il cui utilizzo peraltro è stato vietato dalle autorità italiane già nel 1984) Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Alchil benzene–lineare (Idrocarburi Aromatici) dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e nell’ecosistema più importante del mar Mediterraneo indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (92/43/CEE), costituito dalle Praterie di Posidonia Oceanica.
Considerando il fatto che la zona toccata dalla dispersione di materie inquinanti è sito di interesse comunitario, non ritiene opportuno la Commissione intervenire in difesa di un patrimonio ambientale comunitario?
E la Commissione ha così risposto:
E-3253/08IT
Risposta di Stavros Dimas
a nome della Commissione
(30.7.2008)Il sito marino Natura 2000 “Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara” (codice IT8030010) è compreso nell’elenco dei siti di importanza comunitaria stilato in forza della direttiva Habitat [1], in particolare per la conservazione dei banchi di sabbia, delle praterie di posidonie e delle scogliere in esso presenti. Per il suo interesse ornitologico è stato inoltre classificato in Italia tra le zone di protezione speciale a norma della direttiva Uccelli [2]. L’Italia è pertanto tenuta, in conformità di queste due direttive, ad adoperarsi per garantire il mantenimento o il ripristino del valore di conservazione del sito.
Nel caso di specie potrebbe essere di applicazione anche la direttiva Responsabilità ambientale [3] : nell’eventualità in cui fosse arrecato un danno grave a specie e/o habitat naturali protetti (ad esempio in relazione al sito Natura 2000 “Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara”) e qualora fosse possibile stabilire un comportamento doloso o colposo dell’operatore, si applicherebbe infatti l’articolo 3, paragrafo 1, lettera b), di tale direttiva. Se così fosse, occorrerebbe adottare azioni di riparazione in conformità della direttiva Responsabilità ambientale.
La Commissione si metterà in contatto con le autorità italiane per verificare se la normativa comunitaria sia stata applicata correttamente nel caso di specie.
—-
[1] Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, GU L 206 del 22.7.1992.
[2] Direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, GU L 103 del 25.4.1979.
[3] Direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, GU L 143 del 30.4.2004.
L’inquinamento marino dell’Isola d’Ischia arriva a Bruxelles – Gli Europarlamentari Aita e Guidoni interrogano la Commissione giugno 12, 2008
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Gli Europarlamentari Vincenzo Aita (Rifondazione Comunista) e Umberto Guidoni (Comunisti Italiani)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3253/08
di Vincenzo Aita (GUE/NGL) e Umberto Guidoni (GUE/NGL)
alla CommissioneOggetto: Disastro ambientale ad Ischia
Il 14 giugno 2007, è avvenuta la rottura di uno dei 4 cavi elettrici sottomarini ad alta tensione che costituiscono una linea elettrica che la società Enel spa mantiene, seppure mai autorizzata dalle competenti autorità italiane, tra Cuma, sulla costa della Campania, e Lacco Ameno, sull’isola di Ischia. All’interno di ogni cavo c’è un canale riempito di olio in pressione, con una sezione di 18 millimetri.
La rottura del cavo Enel ha causato la dispersione di olio fluido in mare e su altre matrici biologiche, con relativo inquinamento da Policlorobifenili (PCB, il cui utilizzo peraltro è stato vietato dalle autorità italiane già nel 1984) Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Alchil benzene–lineare (Idrocarburi Aromatici) dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e nell’ecosistema più importante del mar Mediterraneo indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (92/43/CEE), costituito dalle Praterie di Posidonia Oceanica.
Considerando il fatto che la zona toccata dalla dispersione di materie inquinanti è sito di interesse comunitario, non ritiene opportuno la Commissione intervenire in difesa di un patrimonio ambientale comunitario?
Ischia: PCB nel mare – DIODATO (AN):”Disastro ambientale senza precedenti” Maggio 14, 2008
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Quanto denunciato dal Comitato Vivere a Lacco Ameno a proposito dell’inquinamento dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno causato dall’Enel ha dell’incredibile – ha affermato Pietro Diodato. Tonnellate e tonnellate di Policlorobifenili, Idrocarburi Policlici Aromatici ed Alchil benzene-lineare hanno prodotto un disastro ambientale senza precedenti , se si esclude il terremoto di Casamicciola, e pari soltanto a quello dell’Arenile ed al tratto di mare di Coroglio, i cui effetti difficilmente potranno essere cancellati in tempi brevi.
I PCB sono per tossicità, nei confronti dell’uomo e dell’ambiente, tra gli inquinanti più pericolosi in quanto producono all’uomo gravissimi danni alle vie respiratorie ed al sistema cardiovascolare – ha continuato Diodato – al punto che l Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC) di Lione li ha classificati come agenti cancerogeni per l’uomo.
Lascia sconcertato il comportamento della Capitaneria di Porto Circolare Ischia, istituzionalmente preposta alla protezione ed alla tutela dell’ambiente marino, che anziché bloccare immediatamente il rilascio degli inquinanti in mare, ha consentito che l’Enel per oltre 180 giorni inondasse la riserva marina, le spiagge e le praterie di Posidonia di un incredibile quantità di olio fluido. La stagione balneare è oramai alle porte. E’ impensabile che anche quest’anno migliaia e migliaia d’ignari cittadini possano continuare – così come è avvenuto lo scorso anno – ad immergersi in un mare di pericolosi composti chimici ed agenti cancerogeni – ha concluso Pietro Diodato. Su questi temi ho richiesto la convocazione immediata della VII Commissione e coinvolto gli assessori all’Ambiente, al Turismo, alla Sanità, alle Attività Produttive con la speranza di avere immediate risposte, altrimenti non mi resterà altro da fare che trasmettere l’intero fascicolo alla Procura della Repubblica.
Comunicato Stampa Pietro Diodato
Mistero a Ischia Maggio 10, 2008
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Mistero a Ischia
di Francesca Ghidini (Rai)
Italia. A Ischia si rompe un cavo elettrico ad alta tensione, esce dell’olio sulla spiaggia e va a mare. Le analisi rivelano la presenza di policlorobifenili con valori superiori alla norma. Ma è giallo: non si riesce a dimostrare che l’inquinamento sia collegato al cavo elettrico.
GUARDA IL VIDEO
PCB – Interrogazione della Senatrice Franca Rame (IDV) Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aprile 20, 2008
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Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-03413
presentata da
FRANCA RAME
martedì 26 febbraio 2008 nella seduta n.281
RAME – Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Premesso che:
dal 14 giugno 2007 a Lacco Ameno e a Casamicciola Terme (sull’isola di Ischia) stanno attendendo che qualcuno provveda alla bonifica di una vasta area rimasta inquinata dalla fuoriuscita di olio fluido contenente PCB da uno dei quattro cavi sottomarini ad alta tensione della centrale Enel della Fundera in località Lacco Ameno. Il 14 giugno, infatti, a causa di un banale arpionamento di un’ancora di un’imbarcazione rimasta sconosciuta si è prodotto uno squarcio ad uno dei cavi Enel provocando la fuoriuscita in mare di circa 34 tonnellate della sostanza, provocando così un grave caso di inquinamento ambientale;
da un’indagine condotta da Mimmo Sferratore del Comitato Vivere a Lacco Ameno e inviata alla sezione di Ischia di Legambiente, emergono dati e informazioni di rilievo, ma anche sconcertanti, successivamente ripresi dall’associazione Generazione Attiva che ha provveduto il 14 dicembre 2007 ad informare la Commissione europea, chiedendone l’intervento. L’area inquinata si estende dal tratto antistante la spiaggia dell’eliporto e la costa tra Lacco Ameno e Casamicciola, attigua all’area marina protetta chiamata Regno di Nettuno;
per una strana ironia della sorte, solo pochi giorni fa, il 27 dicembre 2007 il Ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio ha firmato il decreto istitutivo dell’area protetta Regno di Nettuno, concludendo un lungo iter durato oltre 10 anni, che mira a dare vita ad un’operazione di tutela e valorizzazione di un pezzo straordinario del patrimonio marino della provincia di Napoli;
nonostante le intenzioni espresse, su quest’oasi ambientale resta però ancora come “una spada di Damocle”, la presenza inquietante e pericolosissima di PCB grazie alla perdita di olio da quel cavo Enel squarciato nel mese di giugno. E non si può dire che manchino i riscontri della gravità della situazione, se si deve credere – e non c’è motivo per dubitare – ai dati rilevati dall’Agenzia regionale protezione ambiente Campania. L’Arpac ha accertato infatti, da rilevamenti effettuati presso lo stabilimento balneare Bagno Vito a Lacco Ameno ad un mese di distanza, il 19 luglio, la presenza di inquinanti PCB totali pari a 0,112 mg/l equivalenti a 186 volte il valore minimo previsto dagli standard di qualità ambientale per le acque superficiali secondo il decreto ministeriale 367/2003 e indicati in 0,0006 mg/l; e livelli altrettanto alti di inquinamento da PCB sono stati rilevati da ulteriori prelievi condotti sulla spiaggia di Suor Angela nel comune di Casamicciola Terme proprio davanti alla quale è avvenuta la rottura del cavo Enel e la fuoriuscita di olio fluido con PCB. La ricerca Arpac ha riguardato solo la presenza di PCB, sostanza che però è mescolata anche ad altre, come i composti aromatici tossici e cancerogeni;
quasi tutti gli impianti di cavi sottomarini hanno caratteristiche tecniche che si definiscono “a tenuta” mediante olio. Se si verifica un abbassamento della pressione dell’olio, ciò è determinato da una perdita, da una rottura del cavo. E così dalla stazione primaria di Lacco Ameno deve essere costantemente pompato altro olio per mantenere costante la pressione dentro il cavo ed evitare ulteriori fuoriuscite di olio e salvare così il cavo ad alta tensione da un eventuale contatto con l’acqua, e bisogna individuare il punto esatto della perdita;
il grave episodio si ripete il 4 dicembre, con un’ulteriore dispersione di olio con PCB, circa 18 tonnellate di olio, per un totale complessivo di 52 tonnellate di olio contenente PCB;
il PCB è sostanza non biodegradabile e capace di spostarsi lentamente utilizzando le minime pendenze nel terreno, e ciò aumenta nel mare, dove trova l’aiuto delle correnti, andando così a depositarsi contaminando non solo i terreni, i fondali marini e gli organismi viventi delle zone prospicienti a quella interessata dalla perdita, ma anche altrove, trascinato dalla corrente;
l’Enel ha provveduto a spiegare in un comunicato di “aver proceduto alla riparazione della linea a 150.000 volt alimentante la Cabina Primaria di Lacco Ameno a seguito di un guasto che è stato provocato da azione di rottura e trascinamento del cavo a mare da parte di ignoti. La rottura ha determinato anche la dispersione di olio dielettrico speciale ad elevata compatibilità ambientale e completamente esente da contaminazione da PCB. In proposito si segnala che le dichiarazioni allarmistiche sulla vicenda provengono dalle stesse fonti che hanno contrastato fino allo scorso anno l’attivazione della cabina primaria di Lacco Ameno, contrasti anche discussi nelle sedi giudiziarie e da queste rigettate”;
il quadro della situazione si aggrava anche in considerazione di altre due informazioni: l’età dei cavi che risalgono al 1987, anno in cui l’Enel li ha commissionati, periodo in cui i limiti di tolleranza previsti erano più alti. Solo nel 1988 la legge vietò l’immissione sul mercato di PCB riducendone pesantemente i limiti per i soli impianti ancora in funzione. I cavi vennero però posati nel ’92 quando la legge era ben consolidata e quindi era impossibile ignorarla. I cavi giunti ad Ischia occuparono circa 69.000 metri quadri di demanio marittimo, senza che fossero accompagnati da alcuna autorizzazione né concessione alla posa o al mantenimento dei cavi stessi e nemmeno un decreto autorizzativo da parte della Regione Campania. Esiste invece una concessione ex post per la posa e il mantenimento dei cavi indicata dal numero 113/1994 del 14 giugno 1994 e valida per il solo periodo 31 ottobre 1992 – 31 dicembre 1993;
l’unica autorizzazione regionale rilasciata all’Enel con il DRGR 3657 del 14 aprile 1994 limita la costruzione e l’esercizio di una linea elettrica a 150.000 volt in cavo sotterraneo e non sottomarina, e una cabina primaria all’aperto. I cavi sono sott’acqua e non sottoterra e la struttura è non conforme al progetto che ricevette invece l’approvazione regionale. Inoltre, questi cavi non hanno mai assicurato l’alimentazione elettrica all’isola di Ischia che viene invece regolarmente alimentata da 5 cavi sottomarini a MT quindi non ad olio fluido e provenienti dalla stazione di Foce Vecchia;
sulla parte di isola di Ischia interessata, non risultano interventi o provvedimenti di alcun genere; non è stata vietata la balneazione, non è stato vietato pescare nei siti inquinati, non si è fatto un piano di bonifica della zona, nessun intervento di tutela dell’area marina protetta Regno di Nettuno, quella resa ufficiale solo qualche giorno fa dal ministro Pecoraro Scanio; non si è condotta nemmeno una verifica sulla legittimità del mantenimento in zona demaniale marittima dei cavi grazie ad un’autorizzazione ex post ormai scaduta da anni, e infine non è stata fatta nemmeno alcuna azione di ripristino dello stato dei luoghi come prevede invece la norma e il Codice di navigazione;
da un nota diffusa da Legambiente emerge che la centrale della Fundera, costruita negli anni ’90 in contrasto con ogni principio di localizzazione, è stata messa in funzione nel 2006 senza che l’Enel comunicasse nulla ai Comuni di Lacco Ameno e Casamicciola direttamente interessati, e questa centrale è stata peraltro collocata accanto ad una scuola e ad un ospedale in pieno centro abitato. Ebbene, in questo bunker sarebbero stoccati fusti contenenti materiali nocivi e tossici tra cui il PCB,
l’interrogante chiede di sapere:
se la Capitaneria di porto di Napoli ed ogni altro ente competente sul demanio abbiano avviato azioni di tutela dell’ambiente marino e costiero;
se non si intenda operare la bonifica dei siti, interdire gli usi del mare ed evitare di compiere attività che possano aggravare il carico di inquinamento già presente, oltre alla rimozione dei cavi, che si stanno utilizzando senza alcun titolo valido.
(4-03413)
Ischia, un mare di guai (Inchiesta di Flavia Paone per Rainews24) aprile 1, 2008
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VIDEO Ischia, un mare di guai